Le persecuzioni con occhi di bambina: Donatella Levi racconta la sua storia ai ragazzi delle classi seconde.
Una bambina miracolosamente scampata ai rastrellamenti, un’amica, una nonna, una maestra di vita, una compagna di classe: Donatella Levi oggi ha saputo essere tutte queste cose per i ragazzi e i docenti che l’hanno ascoltata nell’aula magna del Liceo Medi, durante l’incontro organizzato dagli allievi della classe 2D. La sua testimonianza è stata profondamente toccante: una storia che ti inchioda alla realtà mediante una narrazione lucida e mai banale. Aiutata da domande e reading tratti dal libro Vuole sapere il nome vero o il nome falso? preparati dai ragazzi, ha ripercorso le tappe della sua vita durante e dopo la Seconda guerra mondiale, a partire dalla fuga per salvarsi dalle persecuzioni, che però a lei veniva presentata come un trasloco, per non spaventarla. Ha parlato dello spaesamento provato a cambiare nome e a non poter più rivolgersi al padre con questo appellativo dal momento che, nascosto in un convento, non doveva rischiare di essere scoperto a causa dell’ingenuità della figlia. Ha raccontato delle difficoltà, una volta tornata a casa, a ritornare alla quotidianità.
“Un’infanzia non normale, ti rende una persona diversa anche dopo” ha ribadito rivolta ai ragazzi. La narrazione ha poi percorso gli anni della giovinezza durante i quali solo l’arte l’ha salvata e le ha permesso di andare avanti, di affrontare la vita con nuova energia. E la religione? Dopo tanta ricerca di un’identità, la consapevolezza che la principale religione è l’amore per il prossimo.
Tra i ragazzi delle classi seconde in assemblea sono emerse molte domande: la questione israeliana, il muro di Berlino, il sentimento nei confronti di chi era morto nei campi, temi forti a cui Donatella Levi ha saputo dare risposte incisive e prive di retorica.
Al termine dell’incontro un messaggio per tutti i presenti: coltivare la gioia di vivere, partecipare dell’esistenza mettendosi in gioco; molti saranno gli insuccessi, le difficoltà, le fatiche, ma senza di essi è impossibile diventare adulti.
In aula l’emozione era palpabile, e viva la consapevolezza che la memoria del passato può essere nuova linfa per il presente.
Prof.ssa Elena Lonardi
29 gennaio 2019